Spinatellers

Edizione straordinaria: Spinatellers!

Una domanda che molti potrebbero porsi è quando il progetto Spinatellers ha preso effettivamente piede. Un viaggio, a dire il vero non molto lungo, ma molto importante, può essere la risposta a questa domanda. Il 16 ottobre, un sabato mattina, gli Spinatellers non hanno resistito all’’occasione di vedere il luogo dove un tempo sorgeva l’antica Spina e dove oggi sorge la città di Comacchio. Ovviamente tutto ciò non era sufficiente, non quando c’è una mostra temporanea per celebrare i 100 anni della scoperta di Spina a Palazzo Bellini a Comacchio pronta ad aspettarti. Lì, questo piccolo gruppo internazionale ha avuto la possibilità di entrare in contatto con i reperti che faranno loro compagnia nel corso dei prossimi mesi.

La mostra è iniziata attraverso un video che mostra l’antica città di Spina, attraverso una ricostruzione virtuale dell’insediamento, mostrando inoltre parti delle necropoli e i cambiamenti subiti dal paesaggio nel corso dei secoli. Nella stanza successiva era un presente un singolo oggetto, ma non un oggetto qualunque. Si tratta della parte superiore di un candelabro che riproduce Enea con il padre cieco Anchise. Si tratta di un’iconografia unica nel suo genere ed è anche il primo oggetto di Spina che sia mai stato trovato. Proprio per questo motivo, l’oggetto è circondato da fotografie che catturano i momenti dei primi scavi archeologici nel sito. Tuttavia, l’obiettivo principale della mostra consiste nel far comprendere al pubblico il contesto da cui gli oggetti provengono e le vicende dietro al loro ritrovamento, ricostruendo tali condizioni all’interno del museo. Un altro tema importante è il rapporto dell’insediamento con le necropoli; per questo motivo sono esposti oggetti rivenuti in questi luoghi e si è voluto evidenziare i forti legami che Spina aveva con la Grecia antica e il resto del mondo etrusco. Nella parte finale della mostra, si è voluto mettere in luce una problematica complessa: i furti commessi dai tombaroli e le difficoltà nel recupero dei reperti. Oltre a ciò, grazie alla proiezione di alcuni video, il pubblico ha la possibilità di vedere gli archeologi all’opera e comprendere come gli avvengono le ricerche e i ritrovamenti sul campo.

Ovviamente, dopo aver passato così tanto tempo visitando la mostra, la voglia di bere un caffè caldo e, già che ci siamo, provare la cucina locale, si è fatta sentire. Passeggiando per le strade di Comacchio, città dall’aspetto antico e moderno al tempo stesso, e osservando lo stretto rapporto che questa comunità ha con l’acqua e il suo antico passato, ci ha fatto immaginare di trovarci nell’antica Spina. La nostra esperienza però non si è fermata qua. Per comprendere profondamente il passato remoto di questo luogo, sono state necessarie altre tappe: la visita al Museo del Delta Antico di Comacchio e al museo all’aperto di Comacchio – con la ricostruzione di due case etrusche e del loro arredamento – sono state fondamentali che capire meglio il sito.

Infine, dopo una giornata intera passata per musei, è arrivato il momento di andare sul campo, ovvero il luogo dove è ubicata la città di Spina, dove si stanno concentrando gli scavi e le indagini archeologiche. Là, tutti insieme, ci siamo fermati a osservare incantati la bellezza del paesaggio e a condividere idee sui prossimi passi da intraprendere. Così si è conclusa la nostra giornata, inaugurando l’inizio della fase creativa del nostro lavoro.